Ivana Barbacci: per il personale ATA poche assunzioni, precariato alle stelle. Serve piano triennale di stabilizzazione.
Con le assunzioni in ruolo del personale ATA, che saranno fatte nei prossimi giorni, il tasso di precarietà che si registra in questo settore è destinato ad aumentare. Le nomine autorizzate, infatti, coprono a malapena il 30% dei posti vacanti. Ciò in quanto per il personale ATA vige ancora il criterio che limita la possibilità di nuove assunzioni alla sola copertura del turnover.
Lo abbiamo denunciato poche settimane fa in un nostro dossier, ed è uno dei segni più evidenti della scarsa considerazione che a livello politico, ma anche di pubblica opinione, viene riservata al lavoro di quel personale al quale sono affidate mansioni di grande importanza per il buon funzionamento delle nostre scuole e dell’intero sistema di istruzione.
Se oggi i posti coperti con supplenze sono più del 10% del totale, il basso numero di assunzioni in ruolo non potrà che far lievitare quella percentuale.
C’è poi, a monte di tutto questo, anche il tema di una dotazione organica insufficiente, tant’è vero che gli Uffici Regionali sono costretti ad autorizzare, ogni anno, un numero rilevante di deroghe, ovviamente coperte con lavoro precario. Anche qualche segnale positivo, come l’incremento di posti previsti in sede di conversione del DL 75 per sostenere il lavoro delle segreterie in relazione alla gestione delle risorse del PNRR, resta comunque segnato da caratteri di provvisorietà, trattandosi di una dotazione aggiuntiva circoscritta e limitata nel tempo.
Quel che serve è una svolta che, lo ripeto, può partire solo dalla consapevolezza di quanto sia fondamentale per il funzionamento delle scuole la presenza di un organico adeguato e stabile del personale ATA. Nel nostro dossier abbiamo avanzato una richiesta precisa, che voglio rilanciare: un piano straordinario triennale di stabilizzazione, finalizzato alla copertura di tutti i posti vacanti e disponibili esistenti negli organici dei diversi profili professionali (circa 16.000 posti, esclusi i DSGA). Si dia inoltre carattere strutturale e stabile ai posti aggiuntivi legati all’attuazione del PNRR.